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News su Risarcimento del danno |
La legittimità del provvedimento amministrativo non esclude la responsabilità precontrattuale della P.A.
Tar Lazio
La legittimità del provvedimento emesso dalla Pubblica Amministrazione non è tale da scongiurare la responsabilità precontrattuale della stessa, atteso che il presupposto di tale fattispecie di responsabilità non è l’illegittimità del provvedimento finale, che darebbe tutto al più luogo a ipotesi di responsabilità extracontrattuale, bensì il generale comportamento tenuto dall’Amministrazione prima della stipulazione del contratto.
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Condizioni e presupposti di risarcibilità del danno da perdita di “chance”, in caso di procedura negoziata illegittima
Risarcimento del dannoLa risarcibilità della “chance” di aggiudicazione di una pubblica gara è ammissibile solo allorché il danno sia collegato alla dimostrazione di una seria probabilità di conseguire il vantaggio sperato, dovendosi, per converso, escludere la risarcibilità quando la “chance” di ottenere l’utilità perduta resti nel novero della mera possibilità, anzi, rimettendo al giudice l’onere probatorio.
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Riconoscimento del lucro cessante in caso di illegittima aggiudicazione dell'appalto: assolvimento onere probatorio circa l'aliunde perceptum vel percipiendum
Consiglio di Stato
In caso di mancata illegittima aggiudicazione dell'appalto, se il danneggiato non dimostra l'immobilizzazione forzosa delle proprie risorse, assunta a criterio di quantificazione del danno rivendicato, deve presumersi che l'operatore economico abbia, secondo l'id quod plerumque accidit e, comunque, alla luce dell'onere di non aggravamento ex art. 1227 c.c., utilizzato diversamente personale, beni e capitali. Appare quindi lecito presumere che alcun utile può prospetticamente conseguire dall'appalto non aggiudicato, palesandosi non arbitrario argomentare l'integrale elisione, invece che la semplice decurtazione, del lucro ricavabile dall'esecuzione dell'appalto di causa.
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La quantificazione del danno conseguente all’illegittima sottrazione di un affidamento al confronto concorrenziale
Consiglio di Stato
La quantificazione dei danni patiti dall’operatore economico a causa del mancato espletamento di una procedura concorrenziale per l’affidamento di un servizio va liquidata in via equitativa e in percentuale rispetto all’importo erogato dall’amministrazione per il servizio affidato senza gara, qualora sia impossibile effettuare una valutazione prognostica sull’esito del confronto competitivo che si sarebbe dovuto svolgere.
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Il risarcimento del danno da ritardo non può prescindere da una valutazione in ordine alla spettanza del bene della vita
Tar Lazio
Tar Lazio, Sez. III-ter, 12 aprile 2019, n. 4821.pdf
Il risarcimento del danno da ritardo, relativo ad un interesse legittimo pretensivo, non può essere avulso da una valutazione concernente la spettanza del bene della vita e deve, conseguentemente, essere subordinato alla dimostrazione che l’aspirazione al provvedimento è destinata ad esito favorevole. Tale principio è enunciato dal TAR in riferimento ai danni causati dalla mancata approvazione dell'aggiudicazione provvisoria della gara, la cui risarcibilità è stata nella specie negata in quanto l’aggiudicazione definitiva non avrebbe potuto essere conseguita dal ricorrente a cagione della mancanza in capo allo stesso di un requisito di ordine generale.
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Sui criteri e i limiti del risarcimento dei danni derivanti da responsabilità precontrattuale
Cons. St., sez. V
Per quanto riguarda il quantum del danno risarcibile occorre tenere distinte le due ipotesi del danno da mancata aggiudicazione e del danno da responsabilità contrattuale. Nel primo caso, è pacifico che i danni sono parametrati al c.d. interesse positivo e consistono nell'utile netto ritraibile dal contratto, oltre che nei pregiudizi di tipo curriculare e all'immagine commerciale della società, ingiustamente privata di una commessa pubblica. Ove si versi nell’ipotesi di responsabilità precontrattuale, i danni sono limitati al solo interesse negativo, ravvisabile nel caso delle procedure ad evidenza pubblica nelle spese inutilmente sopportate per parteciparvi e nella perdita di occasioni di guadagno alternative.
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Art. 30, comma 3, c.p.a. e omessa impugnazione della revoca dell'aggiudicazione
TAR Lombardia
La scelta di rimanere inerte a fronte della revoca della aggiudicazione e di attivare il solo rimedio risarcitorio, a distanza di quasi quattro mesi dall'adozione del provvedimento asseritamente lesivo, non risulta rispettosa delle ordinarie regole di diligenza, con conseguente elisione di ogni collegamento causale fra la revoca e il danno prospettato.
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Interdittive antimafia annullate: errore scusabile o condanna al risarcimento del danno
TAR
Il TAR Lombardia chiarisce quali sono le conseguenze dell’annullamento di un’interdittiva antimafia: qualora non sia configurabile un errore scusabile, ma si tratti piuttosto di una negligenza inescusabile sono configurabili i presupposti del risarcimento del danno. Il Collegio offre poi un utile catalogo delle voci di danno risarcibili e non risarcibili.
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Sull’autonoma riproposizione della domanda risarcitoria
Consiglio di Stato
La rinuncia alla domanda risarcitoria per mancata riproposizione in sede di appello ex art. 101 comma 2 c.p.a., opera solo su un piano processuale e non anche sulla pretesa sostanziale, essendo dunque pienamente ammissibile la sua autonoma riproposizione in un separato giudizio, purché nel rispetto dei relativi termini decadenziali.
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È risarcibile solo la perdita di chance di aggiudicazione che raggiunge una consistenza apprezzabile
Risarcimento del dannoIl risarcimento del danno da perdita di chance richiede una «rilevante probabilità del risultato utile» leso dall’agire dell’amministrazione, non identificabile nella perdita della «semplice possibilità di conseguire il risultato sperato».
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